Quando nel 1994 Audi presentò la A8 con carrozzeria D2, non si trattava semplicemente del lancio di una nuova ammiraglia, ma di una dichiarazione d’intenti per conquistare un posto tra l’élite dell’automobilismo mondiale. Fino ad allora, Audi era associata a sedani affidabili ma conservativi, mentre la A8 D2 rappresentò una svolta: la prima vettura di serie al mondo con scocca in alluminio, combinando leggerezza, robustezza e dinamiche di guida eccezionali.
Generazione e denominazione interna
La A8 D2 è la prima generazione della berlina ammiraglia Audi, succeduta al modello V8. La denominazione interna Typ 4D (per la versione standard) e Typ 4H (per l’allungata A8L) rifletteva l’appartenenza a una nuova piattaforma. Curiosamente, l’indice "D2" è il codice di fabbrica della carrozzeria, non un nome ufficiale di marketing: nella pubblicità, l’auto era presentata semplicemente come Audi A8.
Anni di produzione e restyling
La produzione della A8 D2 iniziò nel 1994, e i primi acquirenti ricevettero le vetture all’inizio del 1995. Nel 1999, il modello subì un restyling che coinvolse i fari (con l’introduzione delle caratteristiche "pupille"), la calandra, i paraurti e l’abitacolo. Furono inoltre aggiornati l’elettronica e i motori. La produzione continuò fino al 2002, quando fu sostituita dalla seconda generazione (D3).
Marcatura della plastica dei paraurti: >ABS+PA<
Come rimuovere il paraurti anteriore
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Aprire il cofano.
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Rimuovere le griglie decorative vicino ai fari fendinebbia.
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Svitare due lunghe viti (avvitate dal basso verso l’alto) sotto le griglie, che fissano il rinforzo in alluminio alla scocca. Se le viti sono deteriorate, è possibile svitare i sei dadi (o bulloni, indicati da frecce blu nello schema) che fissano le staffe alla scocca. Meno comodo, ma fattibile.
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Allentare i cinque bulloni a sgancio rapido sotto la vettura.
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Con l’aiuto di un assistente, sfilare il paraurti in avanti dai supporti nei parafanghi (fare attenzione a cavi e tubi).
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Scollegare i connettori elettrici.
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Scollegare i tubi dei lavafari (potrebbe fuoriuscire liquido dal serbatoio).
Come rimuovere il paraurti posteriore
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Aprire il portabagagli.
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Accedere alla parte inferiore dell’auto.
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Svitare due lunghe viti (avvitate dal basso verso l’alto) tra il paraurti e la scocca, che fissano il rinforzo in alluminio alle staffe. Se le viti sono arrugginite o deteriorate, è possibile svitare i sei bulloni (o dadi, indicati da frecce blu nello schema) che fissano le staffe alla scocca. L’accesso è scomodo, ma fattibile.
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Con un assistente, sfilare delicatamente il paraurti all’indietro dai supporti nei parafanghi (attenzione ai cavi).
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Scollegare i connettori dei sensori di parcheggio (se presenti).
Modifiche
La A8 D2 era disponibile in diverse varianti:
Per lunghezza
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Versione standard (circa 5,04 m) – berlina rappresentativa classica.
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A8L (allungata di 12 cm, 5,16 m) – spazio aggiuntivo per i passeggeri posteriori.
Per trazione
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Trazione integrale quattro – opzione principale, con ottime dinamiche e stabilità.
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Trazione anteriore (rara per la A8, disponibile in alcune versioni europee).
Per motori
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Benzina:
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2.8 V6 (174–193 CV) – base, non ideale per il peso della vettura.
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3.7 V8 (230–260 CV) – equilibrio ottimale tra potenza e comfort.
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4.2 V8 (300–310 CV) – top di gamma, con eccellente dinamica.
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S8 (340 CV, 4.2 V8) – versione sportiva con sospensioni irrobustite e design aggressivo.
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Diesel (dal 1998):
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2.5 TDI (150 CV) – economico, ma non velocissimo.
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3.3 V8 TDI (225 CV) – raro e con grande coppia.
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Descrizione del modello: innovazione e comfort
La caratteristica principale della A8 D2 era la scocca in alluminio sulla piattaforma ASF (Audi Space Frame), che ridusse il peso del 40% rispetto alle versioni in acciaio, senza compromettere la rigidità. Ciò garantiva vantaggi in dinamica ed efficienza.
L’abitacolo era rifinito in pelle, legno e inserti in alluminio. Tra gli optional:
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clima controllato a zone,
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pacchetto elettrico (sedili con memoria, specchi, tendine),
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audio Bose,
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sistema di navigazione (raro negli anni ’90).
Le sospensioni erano adattive (su alcune versioni), con regolazione della rigidità.
Curiosità
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Scocca senza ruggine? L’alluminio non corrode come l’acciaio, ma le riparazioni post-incidente erano complesse, richiedendo tecnologie speciali.
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Star del cinema – La A8 D2 apparve nel film Ronin (1998) nella celebre scena dell’inseguimento per Parigi.
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Motore segreto – Un prototipo della A8 con motore W12 esisteva, ma entrò in produzione solo con la generazione successiva.
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S8 – La versione sportiva per appassionati, con telaio rinforzato e modifiche della Quattro GmbH.
Conclusione
L’Audi A8 D2 è un’auto che ha cambiato la percezione del segmento premium. Dimostrò che l’alluminio leggero può essere robusto e che il lusso può essere tecnologico. Oggi la D2 è apprezzata dai collezionisti per le linee pulite, le soluzioni ingegneristiche e il suo status di "prima". Se trovate un esemplare ben tenuto, specialmente una S8 o una V8 TDI, non sarà solo un’auto classica, ma un pezzo di storia Audi.